I tamburini ed i trombettieri
I ritmi scanditi dai tamburi e dalle trombe segnano le diverse fasi della corsa e costituiscono la colonna sonora della Sartiglia.
Il giorno della corsa, di primo mattino, il gruppo dei tamburini e dei trombettieri scorta un araldo che, a cavallo, tra le principali strade e piazze dell’antica città, da lettura del bando della Sartiglia, invitando il popolo ad assistere alla corsa alla stella comandata da su Componidori. A partire da quel momento tutti gli atti salienti della corsa saranno scanditi dai ritmi dei tamburi e dagli squilli di tromba.
Durante la cerimonia di vestizione de su Componidori, saranno proprio i tamburini e i trombettieri, con ritmi particolari, a sottolineare il momento in cui is massaieddas sistemeranno l’antica maschera sul volto del cavaliere: tre squilli di tromba, una rullata e i ritmi solenni de su Passu de su Componidori (Passo del Componidori) accompagnano la trasfigurazione del cavaliere ormai divenuto Componidori. Passo che verrà suonato in onore del capo corsa durante tutta la manifestazione ogni volta che la sua presenza segnerà una nuova fase della giostra.
Il suono dei tamburi e delle trombe annuncia quindi l’arrivo del corteo della Sartiglia e lo accompagna nei passaggi dalla via Duomo alla via Mazzini e verso la sede della svestizione con su Pass’e strada , passo di marcia di origine militare.
Gli altri momenti della manifestazione sono scanditi da altrettanti passi, alcuni tradizionali e altri più recenti che rendono solenne lo svolgersi della Sartiglia. Tra essi, su passu de su segundu Cumponi o de sa gil e su passu de su terzu Cumponi che accompagnano la discesa in pista durante la Corsa alla Stella de su Segundu e de su Terzu Cumponi. Su passu de is bachittas (passo delle bacchette) che accompagna su Componidori verso la piazza Manno prima che compia sa Remada e s u passu de s’atru cumponi che durante la corsa alla Stella accompagna su Componidori dell’altro gremio.
A questi passi se ne sono uniti nel corso degli anni tanti altri composti dall’abile maestria di chi fin da piccolo ha imparato a suonare ed amare il tamburo in Sartiglia e farne del suo suono, unito agli squilli più o meno trionfali delle trombe, un ricordo indelebile.