Le celebrazioni a Oristano per la Festa della Liberazione e Sa Die de Sa Sardigna
Due giornate dedicate alla riflessione e all’approfondimento della storia di due momenti che rivestono grande importanza per la Sardegna e per l’Italia.
Quest’anno, in occasione del 25 e 28 Aprile (con l’anticipazione delle iniziative al 26) il Comune di Oristano promuove un programma di inziative pubbliche con le quali vuole esaltare i valori legati alla Festa della Liberazione e a Sa Die de sa Sardigna.
“Il valore simbolico di queste due date è altissimo – osserva il Sindaco Guido Tendas -. Il 25 Aprile lo è per tutti gli italiani, il 28 per l’intera comunità sarda. Due giornate accomunate dall’esaltazione della democrazia e della libertà, valori sempre attuali sui quali abbiamo il dovere di soffermarci e riflettere. Come istituzione più vicina al paese reale, il Comune ha il dovere, non solo morale, di ricordare gli avvenimenti che hanno portato alle celebrazione di queste feste, ricordando il sacrificio di chi ha combattuto in nome di questi ideali e favorendo la formazione di una coscienza civile tra le giovani generazioni. Un contributo lo daremo anche attraverso la trasmissione in diretta streaming sul sito istituzionale e sulle elmittenti locali dei momenti principali dei due appuntamenti”.
“Io mi sento un Sindaco partigiano – ha detto Tendas -. Come i partigiani mi sento impegnato a difendere il popolo nei confronti dello Sato che li maltratta, che strangola i comuni e le imprese”.
“Il 25 aprile, con l’Associazione nazionale partigiani d’Italia e l’Associazione d’altra parte e il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna, celebreremo la Liberazione dall’occupazione nazifascista, che ha portato alla ricostruzione di un Italia basata su democrazia e libertà – ricorda il Sindaco Tendas -. Il 28 aprile è la giornata del popolo sardo, istituita dal Consiglio Regionale per ricordare la sommossa del 28 aprile 1794 che costrinse alla fuga da Cagliari del viceré e dei Piemontesi segnando il riscatto della popolazione isolana”.
“Oggi come allora democrazia e libertà devono essere valori assoluti, ma troppo spesso sono dati per scontati – aggiunge Tendas -. Invece, sappiamo quanto la crisi, che da economica sta scivolando sempre più nel sociale, può incidere anche su questi principi. A queste due giornate se ne aggiungerà una terza, in occasione del 1° Maggio, in collaborazione con i sindacati, con una serie di iniziative sui temi del lavoro”.
In prima fila nell’organizzazione delle celebrazioni per il 25 Aprile la sezione oristanese dell’ANPI: “L’Associazione partigiani d’Italia si è costituita a Oristano nel 2012 e raccoglia già una cinqunatina di iscritti – ha spiegato la responsabile locale Carla Cossu -. È un’associazione che ha motivo di esistere perché rappresenta e difende gli stessi ideali i dirittti fondamentali per i quali i aprtigiani hanno combattuto durante la guerra”.
Giovedì 25 Aprile la Festa della Liberazione sarà ricordata con una celebrazione itinerante. La mattina al teatro Antonio Garau , dopo l’introduzione della responsabile dell’ANPI di Oristano Carla Cossu, saranno proposte alcune letture sulla Resistenza a cura di Marcella Mura. Il gruppo di ottoni “The friends five” e la banda giovanile Giuseppe Verdi di Terralba garantiranno l’accompagnamento musicale, mentre il commento grafico sarà curato da Marco Lorenzetti in collaborazione con la Biblioteca Gramsciana. Il Centro per l’autonomia proporrà la mostra fotografica “Istantaneamente”. Nel pomeriggio, nella Sala degli Evangelisti, a Palazzo degli Scolopi, si svolgerà la cerimonia ufficiale con una conferenza di Andrea Deffenu dell’Università di Cagliari. Dalle 20,30 in Teatro il concorso musicale “Libera la musica”.
Le celebrazioni per Sa Die de sa Sardigna saranno anticipate a giovedì 26 Aprile, alle 16, con un convegno in programma nella Sala degli Evangelisti, a Palazzo degli Scolopi, su “Popolo e signori dei Campidani al tempo della rivolta contro il feudalesimo (1780-1812)”.
Dopo il saluto del Sindaco Guido Tendas interverranno Mario Cubeddu su “La classe dirigente oristanese ai tempi del Marchesato”, Giampaolo Mele su “Culto e canti in limba nella Oristano del Settecento”, Pierpaolo Medda su “I moti del 1794 ad Oristano”, Piero Marcialis su “Sa die de s’acciappa” e Salvatore Cubeddu su “Perché conoscere la storia”.